giovedì 26 luglio 2012

Collage Mentale

Sopraggiunge spesso un senso di nausea.

Altrimenti detto: odio-incline-alla-violenza.

Ma poi non sfocia mai in atti di così-ampia-e-incivile-portata.

A pensarci, la mia testa è anticostituzionale.

Tra il dire e il fare, c’è di mezzo un-circuito-neuronale, o quel che è.

Addio, le disse, ma non ascoltava.

È come essere morti, vivendo.

Non è come sembra, ma sembra quel che è.

Braccia intersecate, corpi vicini, amore al quadrato.

Cazzo

Non me ne frega niente di Dio, del Demonio, dei sacramenti e di TE.

Tasselli di ricordi, letture, esperienze, si uniscono, a volte, e creano una mappa, che non porta mai a niente.

Vorrei saperla leggere, talvolta, per vedere se funziona, ma non ci spero tanto.

Domani iniziano le olimpiadi.

Cinque continenti che si intersecano in una bandiera bianca.

Embé?

Vorrei essere ascoltato, ogni tanto.

Mi sento chiuso in un cubo di plexiglass, non riesco a respirare

Embé?

Ciao, disse, e lei rispose: chi sei?

venerdì 20 luglio 2012

Umano, troppo umano. Odio

Odi diversi, particolari, essenziali.
Naturali, come certe involontarie allergie.
Brutali, come carne macellata.
La forma più pura e vera di vita. Odio.
Niente falsi buonismi, per favore.
Vedo mille persone al giorno, e la maggior parte la aborro, impegnata com'è a cercare un modo per occupare spazi di tempo, ancorché inconsciamente mera consumatrice, senza volontà, senza desiderio, senza spiragli.
Niente vie d'uscita, odio, in gran parte, fin troppo, ma mi accorgo sempre più di non credere ad altro.
Troppo semplice, amare tutti, troppo finto.

Umano, troppo umano, odiare

giovedì 19 luglio 2012

Così, per dire

Omaggio al vecchio cinema. Quello vero. Quello tanto-bello-da-non-essere vero.

Razzo nell'occhio della luna. Le voyage dans le lune.

Hugo Cabret, il cameo di scorsese.
Piccoli sorsi di gioia, ogni tanto.
Amore, quello vero, per empatiche affinità sensoriali con pellicole che sfrigolano, anzi non lo fanno più.
Almeno credo.
Il mondo, quello vero, sempre piatto nonostante l'abbiano confutato, cosi come fanno con tutto.

Peraltro non capisco ancora, o forse sì, tante coincidenze, come quelle di treni impauriti nell'affrontare chilometri come spiagge deserte.
Un sibilo, un rantolo, quel che è.

Così, per dire.

martedì 17 luglio 2012

Preventivamente Contrario

Non credo nei preamboli, nei preliminari, in quelle pause preventive fatte apposta, ad arte(fatte).

Tutto subito, vorrei, ma non credere negli scalini necessari all'obiettivo diventa anch'esso uno scalino, spesso volontariamente insormontabile.

E sempre più immagino di essere in un film, a volte visto altre ineditamente mio, e lo plasmo, ma il finale è sempre quello alternativo.
L'attesa diventa sogno, come i ritardi perenni degli altri.
Forse i film immaginati a volte si realizzano, ma sono preventivamente critico al riguardo.

Non vorrei rovinarmi un finale che so già diverso. La recita può durare ancora. Il film non è ancora alla conclusione.

Fin (come nelle migliori pellicole d'annata)