A volte parlo con me stesso, veri e propri dialoghi; lo trovo molto rilassante, e rassicurante, sapere che chi mi ascolta sa tutto di me, e sa cosa sia meglio per me (perché è ciò che è meglio anche per lui).
- Un giorno ti sentirai veramente bene, vedrai che tutto andrà per il meglio
- Ahah, non credo che lo voglia.
- Perché?
- Sai che palle
Come già espresso nelle Elucubrazioni 15, è un dialogo forse mai veramente costruttivo, ché arriviamo sempre a compromessi mai ottimali per entrambi, a mediazioni puramente e statisticamente inesatte, forme di controllo che uno vorrebbe esercitare sull’altro.
- Che giornata di merda
- Che bella giornata
- Che bella giornata di merda?
- (spallucce)
E’ amore, ovvio, ma è un amore alle volte conflittuale, di quelli enormemente problematici. Esempio: devo studiare: acutil fosforo e parto; poi a un certo punto…
- Ho un’idea per il blog, per la radio, per la tv, per il tuo futuro: cazzo ascoltami
- Devo studiare!
- La tua vita è più di quello, scrivi, crea, fai qualcosa
- Mi hai fregato un’altra volta
Ed è così che spesso e volentieri mi ritrovo potenzialmente in grado di fare delle cose genialmente belle, che poi tassativamente si trasformano in atto in delle mediocri forme di espressione scritta, o quel che è.
Mi è stato detto, in riferimento alle elucubrazioni 15, che questa cosa del dialogo è un po’ da psicanalisi, e sarebbe vero, senonché nella mia testa quei due stanno discutendo anche ora; continuamente; e li vedo qui sopra, l’angioletto e il diavoletto che a volte si scambiano le vesti e i ruoli.
- Oggi che facciamo, instilliamo il seme del dubbio?
- Ma sì, oggi facciamo crollare ogni residuale certezza
- No, io dicevo un piccolo, sadico, seme del dubbio
- Cattivo: allora oggi diavoletti te?
- Che lo chiedi anche?
A volte parlo con me stesso, veri e propri dialoghi; non lo trovo sempre rilassante, ma di sicuro è rassicurante, sapere che chi mi ascolta sa tutto di me, perché forse, in qualche modo, insieme cercheremo/anno di fare il meglio, per me, per noi.
- Buongiorno, mio caro
- Ciao
- Senti, sei felice della tua vita?
- Non è facile risponderti così, a botta
- E allora non lo fare
- Perché me l’hai chiesto?
- Perché nemmeno io so la risposta, ma forse la possiamo trovare insieme
- (spallucce) (sorride)
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