Mi trovo spesso a pensare, a fare giri mentali fin troppo arzigogolati, che mi portano lontano dal punto centrale della situazione che sto affrontando, della persona con cui sto parlando o della materia che sto studiando.
Mi accade fin troppo spesso, ritrovarmi a fissare il vuoto di una parete davanti ai miei occhi, e a non ricordarmi da quanto tempo lo sto facendo, da quanto cioè quello che è sotto il mio naso si scollega totalmente da quello che è nella mia testa.
Qualcuno lo chiamerebbe sognare ad occhi aperti, ma non è concettualmente esatto; chiamare sogno un flusso sconnesso di pensieri non mi pare corretto, una forzatura non necessaria.
Superfluo mi sembra perfino aggiungere che questa pagina è ormai diventata uno spazio per aggiungere qualcosa a quei viaggi neuronali; una formalizzazione, una materializzazione assolutamente e decisamente utile al mio desiderio mai nascosto di esprimermi tramite la forma parola, perfetto compimento di qualsiasi percorso mentale, che sia reale o immaginario, sogno, semplici pensieri o logici ragionamenti assolutamente giustificati
.
Di certo non pretendo di cambiare niente, ma questo è quello che ora mi serve, è quello che voglio che mi serva: la “scrittura” come coadiuvante dei miei pensieri, lo è sempre stato e lo sarà.