mercoledì 17 aprile 2013

SONO SUPER MINA, L'ANTIUOMO


Ogni giorno, mi muovo stiracchiata, mi rotolo, più che altro.
Provo ad alzarmi, da sola, ma non ci riesco.
MAI.

È come se fossi destinata all'impotenza, alla passività.
Mi chiamano SUPER, l'ho tatuato sulla pelle da sempre.
È quello che sono, quello che so:
SUPER. MINA.
24, come le ore che scandiscono i giorni da cui mi lascio attraversare.

Ogni giorno mi aspetto che ci sia qualcosa di nuovo, ma niente.
Mina-nota.
Sono strappata al tavolo su cui giaccio, come se fossi un bene prezioso, fin troppo fragile.
La mano mi avvolge, come quella coperta che mai ho potuto tirare sopra di me, come pure ho visto fare.
La mano mi scalda, mi trattiene, mi scaraventa via.

Ché poi le mani si chiamano così perchè ognuna avvolge una mina, come me, è il suo destino.
Almeno, la spiegazione che ho sempre dato a questo buffo anagramma è questa.
Mina su l(l)e mani.
Le mani di uomini che talvolta mi affilano con temperini taglienti, e mi fanno male.

Per questo non mi piace l'uomo; lui mi DETIENE.
Per questo mi piace la mano; lei mi TRATTIENE.
Mi avvolge, mi cura, mi carezza.

Sa che sono SUPER MINA 24, e che, finché l'avrò tatuato sul mio corpo ligneo potrò detonare, come le altre mine, quelle cattive, ma in senso buono, io:
D'altronde, io, di quella mano,
sono la prosecuzione naturale,
sono ciò di cui ha bisogno




PS: grazie a Veronica, per avermi coinvolto

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