lunedì 5 novembre 2012

Ragionamenti sul poco e sul niente

Leggo su twitter di Fini contestato ai funerali di Rauti e penso a quelli di Berlinguer, con il nemico Almirante lì, e nessuno a stupirsi.
Penso a come sia ridotto questo paese, alla facinoleria con la quale comici populisti arrivano ad avere credito, a quanto su questo abbia influito il ventennio di tivù, poppe e culi che abbiamo provato a lasciarci alle spalle.
Penso alle prospettive, alla voglia di creare, di stupire, ridotta a mero sensazionalismo.
La rottamazione tanto conclamata dovrebbe essere culturale, credo, partire dalle divisioni e inventarsi un futuro.
I divari generazionali sono forse diventati ormai traslazioni globali di lotte di classe, utili da sempre a far rimanere in stallo, tanto gli sfruttati rimangono tali.
E da questo contesto mi accorgo come ormai anche il nostro parlare sia stato tremendamente influenzato, forse definitivamente. Si vieta il dibattito tv, quando forse è stato proprio quello a creare fenomeni da circo, di turno, e giustamente, senza rimpianti.
Insomma, penso, ci ripenso, ma non trovo una soluzione, nell'attesa, intanto, che aldilà dell'oceano si perpetri il coraggio di 4 anni fa, senza cedere, anche lí, alle facili soluzioni cui spesso siamo ricorsi, nella storia.

A.B.

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