Ancora e ancora, le settimane passano, velocemente, come giorni leggermente più lunghi che sforano le 24 ore e non si riposano mai, per recuperare.
Basiamo le nostre vite su un tempo neanche troppo immaginario.
Se ne abbiamo troppo a disposizione ci annoiamo, se ci manca siamo stressati: insomma il tempo è uno dei comodi cuscini sui quali poggiare le nostre insicurezze, le nostre paure, così da farle stare tranquille e da non colpevolizzare troppo noi stessi.
È un modo di dire, insomma, una di quelle perifrasi con le quali giustificare carenze inaccettabili, o dietro cui parare eventuali errori di calcolo.
Un caro, vecchio, camerino dove mutare forma, per fingere di essere ciò che non si è, usando il tempo e il suo scorrer inesorabile come vestito dove cucire pezzi mancanti, o eccedenti, del proprio io.
Nessun commento:
Posta un commento