lunedì 23 gennaio 2012

Elucubrazioni Mattutine 3


Per la terza mattina consecutiva mi trovo a scrivere in questo spazio gentilmente concessomi dal web, scrivere, senza in fondo dire niente, niente che possa interessare a molti di quelli che (forse) mi leggono, niente che possa servire; scrivo per sfogare la mia ansietà, le mie paure, la mia incazzatura, lo faccio ma non serve, visto che mi ritrovo comunque ansioso, impaurito, sempre più incazzato.
Non ce la faccio più, non so quello che voglio, poi lo so poi non esiste più.

Niente concessioni, qui. Solo perdite, solo te e la tua testa frullante di idee, progetti, cavolate, e forse questo è il problema, percorrere percorsi neuronali per costruire un castello che sai che è fatto di sabbia, ma non riesci comunque a non tirare su quelle mura, ché in quel momento sono la cosa più importante, non riesci a non tirarle su, ma nemmeno a frenare il vento che te le distruggerà inevitabilmente e inesorabilmente, come una panacea che cura tutti i mali, ma al contrario, ti distrugge.

È come avere un autocad nel cervello che al primo stimolo esterno ci monta sopra chi sa che, senza sapere le coordinate; al minimo cambiamento esterno, un progetto di vita.

Il problema è che certe volte ci credo di più e così quando arriva quel vento caldo che butta giù tutto è come fossi anch’io fatto di sabbia, e mi ritrovo a pezzi, anzi a granelli.

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