Sembra una bella giornata quella che appare ai nostri occhi oggi.
C’è un sole abbastanza funzionale a scaldare i nostri corpi che iniziano a rattrappirsi, a sentire il peso del letargo, e a sognare, a vedere il risveglio meritato.
Potenzialmente è una giornata perfetta, come tutte le altre del resto, che poi in atto si trasformano, diventando, contingentemente o necessariamente, per colpa o merito nostro, da ricordare, da dimenticare o indifferenti.
Giornate piene, lunghe, che mi fanno sentire vivo, come questa che mi appresto a iniziare sono una manna da quel cielo che oggi non disturba, non corrompe.
Sì perché in fondo, quello che ci serve è qualcosa da fare, in ogni momento, le tregue ridotte ai minimi termini, lo spazio per se stessi (come questo “blog”) ritagliato in pause, attimi diversamente abili a procurare altrimenti fiacchezza, spossatezza, coscienza del proprio sonno.
Avere vent’anni (quasi ventidue a dire la verità) è impegnarsi in tutto quello che si fa, e farne una marea, è sentirsi in grado di spaccare il mondo, ambire a diventare qualcuno, e porselo come obiettivo, non lasciando spazi vuoti, rendendoli semmai occasioni di crescita (ed equità?), apprendimento, etc. etc. etc.
Adios
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