lunedì 6 febbraio 2012

Elucubrazioni mattutine 10

Un’altra mattina, un altro giorno che inizia, la sensazione straniata e straniante di non sapere bene ancora chi siamo, dove e perché, sensazione che in effetti si riflette spesso anche nella vita che normalmente conduciamo da pienamente svegli, attivi, coscienti.

È bello svegliarsi ancora sognando, e attivare pian piano le percezioni, i sensi, gli arti.

Svegliarsi e capire tutto, non capendo niente, paradosso chiaramente e concettualmente sbagliato ma che rende bene l’idea di quello che ognuno di noi prova la mattina, parte della giornata spesso vituperata, considerata minormente affascinante della notte, ma che invece a me risulta particolarmente stimolante, ricca di vita, di luce.

Quando, appena svegli, siamo ancora confusi, fra l’eco dei nostri sogni più strani, e quella della sveglia che suona imperterrita, rivendicando il suo non irrilevante ruolo nella società: è quando capiamo come andrà la giornata, che piega prenderà, indipendentemente da tutto, da tutti.

È come se il nostro letto fosse un caldo ventre materno dal quale dobbiamo uscire, e lo vogliamo, dal quale si forma tutto quello che siamo: sta a noi rendergli omaggio: vivere oggi, finché la giornata non muore.


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