In tutto questo, sullo sfondo, le cose accadono, è tutto contestualizzato, ma da qui non ci si accorge di niente.
Mentre ieri scrivevo su questo blog, la Grecia bruciava, la rabbia esplodeva come se fosse stata trattenuta troppo a lungo, troppo forte, come se il fiato fosse stato trattenuto per anni, decenni, per poi uscire sotto forma di un urlo imponente.
E' difficile anche rendersi partecipi, o credersi tale, seppure in un mondo sempre più collegato, connesso, mentre è facile capire come le persone che ieri hanno buttato giù una citta siano quelle che la vogliono morta, come vogliono morta l'Europa tutta.
Ma la distruzione, la violenza fine a sé stessa, è veramente una soluzione accettabile nel mondo che vogliamo creare? E' quella la vera, nuova rivoluzione, o lo è invece il credere che un'Europa e un mondo veramente unito siano una via possibile, un mezzo per capire finalmente chi siamo?
Certo quello che ho detto è banale, forse un po' utopico, e molti obietteranno che era un popolo stanco di essere oppresso a protestare, che quella violenza è il risultato di politiche sbagliate, che l'hanno voluto i palazzi.
Bè, premesso che da qui è facile parlare, ma è sempre andata così finora, e siamo al punto dove siamo.
Ci vuole una svolta. Un cambio culturale.
Tornando a me, stavo paragonando le giornate a libri, a quei libri che leggi tutto d'un fiato, e che arrivi in fondo e da una parte ti senti sollevato, dall'altra vorresti iniziare di nuovo, da capo, perché sai che lì dentro c'è condensato qualcosa, che è solo lì.
Certe giornate sono così, anche se le cose accadono senza che tu te ne renda conto...
PS: Pinterest attivato, sembra buono, graficamente ottimo; l'idea di una bacheca dove pinnare (puntinare) le cose è molto interessante, e potrebbe funzionare.
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