La compagnia di Gus Van Sant concilia l’autocompiacimento
rispetto all’autodistruzione: il mio nome è harvey milk e voglio reclutarvi
tutti, il suo film forse più adatto al grande pubblico, sicuramente non il suo
migliore, ma un classico, perfetto phamplet su di un personaggio sul quale Sean
Penn calca forse un po’ troppo la mano.
Certo qui non stiamo parlando degli sperimentalismi visivi
di Last Days, o dell’essenzialità funzionalmente appropriata di Elephant:
stiamo parlando del suo film forse più convenzionale, nel trattare un
personaggio invece fortemente anti.
In ogni caso è interessante vedere che fra poco, al termine
di Milk, in onda su Raitre, ci sarà Psycho su rete4, quello Psycho che Van Sant
stesso aveva “reinterpretato”, citando/copiando il maestro Hitchcock.
Gus, stasera t’è andata bene!
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